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SCANDERGBERG, UNA BIOGRAFIA RITROVATA

di Jozef F. Pjetri


La professoressa veneziana Lucia Nadin, già docente di Letteratura italiana all'Università Statale di Tirana, si è occupata in particolare di emigrazione albanese nelle terre della Repubblica di Venezia a partire dal XV secolo. Tra i suoi contributi in materia: Statuti di Scutari (2002 e ristampa anastatica 2017), Migrazioni e integrazione. Il caso degli Albanesi a Venezia 1479-1552 (2008), Albania ritrovata. Recuperi di presenze albanesi nella cultura e nell'arte del Cinquecento veneto (2012), Venezia e Albania. Una storia di incontri e secolari legami (2013), La figura di Scanderbeg nella tradizione artistica e culturale di Venezia (2018).


Scanderberg, una biografia ritrovata (ed. besa muci, 2021) è l’ennesimo atto d’amore che questa straordinaria studiosa dona all’Albania, alla sua Cultura, al suo popolo.



Gjergj Kastrioti Skëndërbeu 1405-1468 (Giorgio Castriota Scanderbeg) è l’eroe nazionale degli albanesi. Strenuo difensore della sua Patria, riuscì a bloccare l’avanzata ottomana in Europa con battaglie leggendarie e nonostante i pochi uomini e mezzi a disposizione. Cantato e celebrato da poeti ed artisti anche dopo secoli, va certamente annoverato tra le figure di spicco della tradizione militare e politica del continente.


Ritratto di Giorgio Scanderberg, Cristofano Dell'Altissimo, 1552, Galleria degli Uffizi

Il testo curato da L. Nadin è un suo ammodernamento dell’originale scritto dallo storico Giancarlo Saraceni attorno la fine del 1500 e pubblicata dal nipote nel 1600 a Venezia.



dall'introduzione:


Quella scritta da Giancarlo Saraceni risponde solo in estrema sintesi alla struttura tradizionale del genere biografico, che di un personaggio presenta in sequenza la nascita la formazione, i rapporti affettivi, le relazioni sociali, quadro in cui collocare via via gli eventi. Essa è tutta concentrata sui "fatti d'arme” in cui si espressero le eccezionali capacità militari del protagonista, che fu capace di sbaragliare eserciti immani con forze limitate, di gran lunga superiori nel numero alle sue.

Saraceni ha voluto costruire l'esemplarità di un Capitano, che ritiene da annoverare tra i più famosi della storia, attraverso le sue azioni e le strategie con cui le ha dirette riducendo al massimo quella parte di corredo aneddotico che di solito colora una biografia. Eppure il racconto, condotto con chiarezza e precisione, senza alcuna tentazione retorica, coinvolge comunque il lettore in una carica emotiva, fa ricostruire con linee nette un ritratto e una personalità. Come a dire, più una scrittura è essenziale più diventa anche evocativa.


Per dare una visione più completa alla vicenda narrata, la curatrice ha ritenuto opportuno inserire anche tre appendici al testo.

Nella prima riporta un racconto preso da altri scritti di Saraceni dove si narra la guerra tra Venezia e Scanderbeg per il possesso della città di Dagno presso Scutari, vicenda che fa chiarezza sui rapporti iniziali tra le due parti.

Nella seconda si vede il protagonista in Italia a favore di Fernando di Aragona, anch'esso narrato da Saraceni in altra parte della sua opera. È una pagina di storia che mostra l'eroe dentro la politica degli stati italiani del '400, quelli di Napoli, Venezia, Roma, Milano. Dunque di notevole importanza. Entrambi i fatti narrati fanno anche capire l'orizzonte internazionale in cui si inserirono, oltre i confini di Albania, gli eventi da lui gestiti.

Infine, l’appendice fotografica è una sorta di sintesi per immagini di alcune delle scoperte ed intuizioni già pubblicate in scritti precedenti da L. Nadin e vanno a contestualizzare maggiormente la figura del protagonista nella percezione quasi mitica che ne aveva fatto la Serenissima Repubblica di Venezia dopo la sua morte.



dall'introduzione:


Nel concludere questa breve presentazione, si spera di aver rafforzato l'interesse e l'apprezzamento per un personaggio protagonista di azioni tanto straordinarie da continuare a vivere per secoli nella storia culturale dell'Europa, e di Venezia nello specifico.

Uno stratega destinato a essere trasferito dalle pagine di cronaca e di storia a quelle della letteratura e del mito, nelle quali dar vita a un "ciclo" epico di Scanderbeg ripreso, ridisegnato, riadattato nel tempo e nello spazio, in ottiche e interessi specifici, come avvenuto per ogni classico eroe.

Si spera altresì che l'asciutta biografia di Scanderbeg scritta da Giancarlo Saraceni, che ha il marchio tutto veneziano della concretezza tipico di una metropoli mercantile, al di là di specifiche memorie di guerre, accenda curiosità molteplici e apra finestre di conoscenza anche sui tanti dialoghi avvenuti nei secoli, pur nelle diversità della storia, tra sponde di mare, tra sponde adriatiche innanzi tutto.


Il testo Scanderberg, una biografia ritrovata nell'intenzione di L. Nadin, è una sorta di breve compendio per chi tra il pubblico italiano si vuole avvicinare a questa figura straordinaria. Un piccolo grande tassello su di un ponte immaginario tra due popoli uniti non solo in epoca recente tra immigrazione, accoglienza e solidarietà, ma anche da molteplici episodi di storia condivisa e valori comuni.



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