di Aurora Licaj
ITA/ENG
Translation: Angela Favero
Credo sia cosa ormai futile rimarcare quanto il tema Ambiente abbia catturato l’attenzione di una sempre più vasta fetta di opinione pubblica. E questo si è consolidato, come ben sappiamo, soprattutto negli ultimi anni, con un crescente numero di manifestazioni, organizzazioni, azioni di propaganda politica e così via.
Ora, se vogliamo essere un minimo onesti, un po’ la piega di “moda del momento” c’è stata, soprattutto a causa di quelle brillanti menti che vivono nello splendido mondo del “ogni cosa si fa per trend”, che, anche se si nascondono sotto scintillanti vesti da sommelier dell’informazione, sono tutto fuorché veramente consapevoli delle sfaccettature che il problema in sé comporta (credetemi, sono moltissimi, se non la maggioranza).
E sì, se guardiamo la questione con la nostra bella lente del giudizio, troveremo dentro una caleidoscopica realtà, che induce l’occhio a soffermarsi su questioni storiche, politiche, economiche, biologiche, ecologiche, geografiche… per citarne alcune.
Dunque, abbiamo capito che dietro il termine Ambiente si nasconde una voragine insaziabile, che inghiotte un indicibile numero di informazioni e dati. Ovviamente una persona da sola farebbe molta fatica a stare dietro ad un tale onere…
Per questo motivo servirebbe una costante collaborazione tra “specialisti illuminati” (no, tranquilli, intendo mentalmente…) capaci di entrare nel vivo di un aspetto senza però fossilizzarsi solo su posizioni scontate per quanto sensate, insomma, come piace a noi di Cultura in Atto, tra “persone del Dubbio”.
Mi sono resa conto di tutto ciò soprattutto nel periodo in cui ho lavorato al progetto Planet Book, che ha coinvolto 40 ragazzi di diverse facoltà dell’università di Padova, in collaborazione con una casa editrice, Contrasto, nell’assemblare un fotolibro che racchiudesse le varie problematiche ambientali, accompagnate dai commenti di ognuno. Questo tipo di approccio si avvicina molto a quello di cui parlavo prima: nonostante i diversi retroscena didattici, ogni studente ha cercato di convogliare le proprie energie nella realizzazione di un prodotto omogeneo per quanto eterogeneo, con un’analisi a tutto tondo delle questioni affrontate.
Il testo è stato suddiviso a seconda degli elementi principali presenti in Natura (acqua, aria, fuoco, terra) con l’aggiunta di un quinto elemento, tanto importante quanto gli altri: l’Uomo. L’impatto visivo è piuttosto dominante, ogni sezione trasmette i colori e le sensazioni di ciascun elemento, grazie anche alla presenza di bellissime immagini in alta risoluzione, scattate da fotografi di fama mondiale. Immedesimarsi nei vari ambienti e soggetti illustrati quindi non è molto difficile: si viene catapultati nel passato, per esempio tra scenari di catastrofi causati dalle guerre, fino a tematiche attualissime, tra cui quella riguardante la pandemia Covid-19,che ancora ci affligge. Si ripercorre il globo da cima a fondo, non limitandosi solo alla semplice descrizione, ma avanzando anche proposte che possano portare ad un miglioramento, se non alla risoluzione del problema stesso.
Un aspetto che ho particolarmente apprezzato è stato proprio la totale presa di responsabilità nello sviluppare argomenti anche al di fuori dei nostri campi di studi, motivo che ci spingeva a sostenere un lavoro di ricerca e documentazione notevole, per poter compensare l’eventuale mancanza di informazioni ed ottenere un commento degno di un esperto in campo. Divulgazione è anche questo: esplorare territori nuovi con senso critico, operazione che comporta anche grandi benefici alla persona stessa che lo attua, ampliandone il bagaglio personale di conoscenze.
Oltre all’arricchimento in tal senso, non poteva mancare una riflessione continua durante la stesura dei commenti. Più volte è emerso quanto ogni nostra azione sia determinante nel plasmare l’ambiente che ci circonda, sia dal punto di vista più strettamente ecologico che culturale (intesa come consapevolezza e educazione), e quanto peso abbia l’entità di queste azioni, soprattutto per il futuro delle generazioni a cui passiamo il testimone. Certo, gli esseri umani sanno adattarsi più di qualsiasi altro animale ai cambiamenti intorno a sé, ma, che ci piaccia o meno, arriva sempre il momento in cui si fanno i conti con un operato incosciente e irresponsabile, e spesso siamo proprio noi ad uscirne vinti.
Tra scioglimento dei ghiacci, inquinamento atmosferico, aumento temperature e livello dei mari, disboscamento, per citarne alcuni, non solo stiamo irreversibilmente distruggendo quella che è la nostra stessa casa, ma stiamo causando danni soprattutto ai nostri coinquilini viventi, riducendone la biodiversità, prosciugando le loro fonti di nutrimento, avvelenandoli al punto da portare alcune specie all’estinzione.
Se solo avessero la facoltà di parlare, quante ne sentiremmo…
Visto che di solito un bel numero di persone vede questi problemi come troppo lontani dalla loro comfort zone e quindi non degni di essere presi troppo in considerazione, premerò un tasto dolente, che difficilmente si riesce ad ignorare: la questione della salute. Perché sì, ambiente e salute sono strettamente collegati, ed è inutile lamentarsi per esempio dell’aumento di malattie respiratorie quando poi non si fa nulla di concreto per ridurre la presenza delle polveri sottili. O di quando ci ritroviamo attaccati da virus feroci che noi stessi abbiamo richiamato, distruggendo foreste e di conseguenza portando all’avvicinamento di animali che vivono in totale simbiosi con quei virus, e che quindi ce li trasmettono per contatto diretto.
Un altro punto saliente è la questione delle fonti di energia rinnovabili: quante volte abbiamo sentito parlare di queste alternative a lungo termine, che dovrebbero portare ad importanti riduzioni delle emissioni di anidride carbonica e gas serra nell’atmosfera. E quante volte viene omesso che non tutto quello che ci viene proposto al riguardo arriva “lindo e pulito”, che ci sono sicuramente pro, ma anche contro da tenere in conto. Come viene sottolineato in alcuni commenti, per esempio, ci sono ancora componenti che costituiscono i pannelli fotovoltaici difficili da smaltire e quindi molto inquinanti; costruzioni colossali invece come dighe per la produzione di energia idroelettrica e turbine eoliche portano ad una profonda modificazione del paesaggio in cui vengono costruite, con un impatto negativo anche sulla flora e fauna locale. Insomma, questo non vuol dire che non possano essere delle buone alternative, anzi, sicuramente sono migliori rispetto a quelle che utilizzano fonti di energia non rinnovabili. Ma è bene mettere in luce anche questi aspetti, sia per potersi migliorare nelle proposte e perfezionarle, sia per renderci conto che non è tutto oro quello che luccica e che serve sempre affrontare con la giusta dose di giudizio critico anche ciò che passa quasi come ovvio.
A prescindere dalle questioni di interesse puramente economico e politico, per cui, ahimè, non possiamo fare molto nel concreto, per il resto sta a noi agire, anche nel nostro piccolo, per poter fare un giorno la differenza.
In conclusione, come avrete capito, parlare di Ambiente è una sfida non da poco: c’è bisogno di una minuziosa opera di educazione, soprattutto dei giovani, che non è diversa da quella che dovrebbe esserci nei confronti di ogni aspetto della Cultura. Per questo motivo al nostro movimento culturale la questione sta molto a cuore. E solo tramite esperienze simili, di confronto e ricerca, si riesce ad essere realmente consapevoli dando il giusto peso alla questione, e non solo urlando slogan fatti nelle piazze o segnalando nei social un certo coinvolgimento solo perché fa figo, per poi lavarsene totalmente le mani…
P.S. Se siete interessati ad approfondire molti altri temi presenti nel libro, lo potete acquistare in varie librerie e siti.
Qui alcuni link:
Il ricavato andrà a finanziare delle borse di studio per gli studenti dell'Università degli Studi di Padova.
PLANET BOOK, ENVIRONMENTAL PROBLEMS AS INVESTIGATED BY 40 UNIVERSITY STUDENTS
A REVIEW/THOUGHT
I think it goes without saying that the Environmental topic has now caught the attention of a growing portion of the public opinion. This phenomenon has established itself, as we all know, especially in recent years, throughout a growing number of demonstrations, organisations, acts of political propaganda and so on.
Now, if we want to be a little honest here, we have to admit it has transformed a little bit into “the current fashion”, especially because of those brilliant minds who live in the amazing world of “everything is done by trends” and are all but fully conscious of the many aspects of the problem, even if they disguise as sommelier of information (believe me, they are a lot, if not the most part).
And yes, if we look at the question through our pretty lens of judgment, we will uncover a kaleidoscopic reality inside of it, leading the eye to dwell on historical, political, economic, biological, ecological, geographical questions…to name a few.
So, we get that there is an insatiable abyss hiding behind the word Environment, swallowing an incredible amount of information and data. Clearly, one would struggle to keep up with a similar burden on their own… This is why there is the need for a constant collaboration between “enlightened specialists” (I mean mentally enlightened) who are able to get to the heart of a particular aspect without fossilizing on obvious, though reasonable, positions. Basically, as we like it at Cultura in Atto, between “people of Doubt”.
I realised this mostly while working at the project Planet Book, which engaged 40 students from different faculties at the University of Padua in the assembling of a photobook, showcasing various environmental issues with the students’ comments, in collaboration with the publishing company Contrasto. This kind of approach comes close to the one I was talking about earlier: despite different educational backgrounds, each student tried to channel their efforts into the realisation of a product that is uniform in its diversity, with a complete analysis of the addressed issues.
The text has been sectioned basing on the main natural elements (water, air, fire, earth), with the addition of a fifth element, as important as the others: Man. The visual impact is pretty dominant, every section transmitting each element’s colour and sensation, thanks also to the beautiful high definition pictures, taken by world famous photographers. It is not hard to identify with the different environment and subjects illustrated: you get thrown into the past, for example in catastrophes caused by wars, up to present-day topics, like the Covid-19 pandemic that is still affecting us. We go through the whole planet, not restricting to the description only, but offering suggestions which can bring to an improvement if not to the resolution of the problem.
One of the things I appreciated the most was that everyone took complete responsibility in developing topics which were out of our fields of study, pushing ourselves to do research and educate ourselves to compensate a possible lack of information, and write a comment worthy of an expert in the field. Divulgation consists of this too: exploring new territories with critical sense, which benefits greatly the person doing it because it broadens their personal wealth of knowledge.
Apart from that kind of enrichment, there was of course an ongoing process of thinking while drafting the comments. It was made clear many times how our every action is decisive in shaping the world surrounding us, both from a strictly ecological and cultural point of view (meant like awareness and education), and how much weight these actions hold, especially for thefuture of the generations to whom we pass the torch. Humans are, of course, more capable than any other animal of adapting to change, but, like it or not, there always comes a time when we come to face with our irresponsible and reckless actions, and we are often the ones who are defeated.
With ice melting, air pollution, rising of temperatures and sea levels, deforestation, to name just a few, we are not only irreversibly destroying our own home, but also causing damage to our living housemates, reducing their biodiversity, draining their sources of sustenance, poisoning them to the point of bringing some species to extinction. If only they could talk, what would they say…
Since a lot of people see these problems as too far from their comfort zone and not worthy of too much consideration, I will talk about a sensitive subject that is difficult to ignore: the issue of health. Because yes, environment and health are strictly tied, and it is useless to whine about the increase in respiratory diseases when nothing is done to reduce fine dust presence in the air. Or when we are attacked by vicious viruses that we attracted ourselves, destroying forests and thus leading closer animals who live in symbiosis with those viruses, and who transfer them to us via direct contact.
Another focal point is the issue of renewable energy sources: how many times did we hear about these long-term alternatives, that should lead to important reductions of carbon dioxide and greenhouse gases emissions into the atmosphere. And how many times did they leave out the fact that not everything that is suggested on the matter comes “squeaky clean”, that there surely are good sides, but also bad sides to take into account. As is pointed out in some comments, for example, there are still components of photovoltaic panels that are difficult to dispose of, and therefore very polluting; colossal constructions like hydroelectric dams and wind turbines lead to a deep changing of the landscape in which they are built, with a negative impact on the local flora and fauna. This does not mean there cannot be good alternatives, on the contrary, they sure are better than the ones using non renewable energy sources. But it is worth emphasizing these aspects, both to improve and refine proposals, and to realise that all that glitters is not gold, and we need to always use our critical judgement, even when dealing with seemingly obvious matters.
Setting aside the merely economic and political questions, for which, alas, we cannot do much in concrete terms, for the rest it is up to us to act, for what we can, to make a difference.
In conclusion, as you have understood, it is a hard challenge to talk about the Environment: we need a meticulous work of education, especially of the young, not different from the education they should receive in every aspect of Culture. For this reason, in our cultural movement we care deeply about the issue. Only through similar experiences, of discussion and research, can we really become aware and give due weight to the matter, not just through shouting slogans in town squares or reporting our involvement on social networks because it’s cool, only to completely lose interest afterwards.
P.S. If you are interested in learning more about many other themes in the book, you can buy it in various bookstores and sites.
Some links:
The proceeds will go to finance scholarships for students of the University of Padua.
Comments