BEL ESPRIT - ARTIUM SODALITAS
da Nata intera
Madre
Se potessi consolarmi nel tuo cervello,
arricchirei di abbondanza
ogni seme di te.
Nelle notti scadenti
dentro una carezza elettrica e neonata,
tu mi dici: sei nata intera.
La tua mano pallida
cucita con ago d’argento
alla mia negligenza
si trasforma in scoperta;
perenne di noi.
La mia risposta circola nel tuo sangue;
perdonami.
Indietro
Girandomi indietro,
gli amori che mi hanno rapita,
il sale venir giù col sudore,
le mie convinzioni atrofizzate su un altare;
io credo di aver ricevuto un miracolo.
Ho dovuto reinventarmi dal mio grembo,
vegeta, non più vegetale,
mi riconosco nella colla fissata
delle maniglie antiche di ottone;
la mia indole selvatica
rimane incastrata nel pensieri.
Io godo della bellezza di ciò che non si vede
e di cui sono privi tutti i ciechi di amozione.
da La grazia degli invisibili
Nulla
Non mi soffermerei sull’azzurro
né sul verde speranza
mai più sul giallo.
Zittirei gli ideali,
la nebbia soltanto mi vestirebbe,
muterebbe la soggezione della voce.
Senza di te,
non invocherei circostanza alcuna.
M’invaghirei però della morte,
del profumo fermo di una bianchezza
né pura né significativa.
Nostalgia
Una chimera inaspettata
temo all’orizzonte.
Per tale inganno
che nel fremito trova riparo,
ridurrò l’arrendevole, tenero cuore
alla sedentarietà;
bambinesca
appare l’immagine sua
al cospetto della luna.
Temo e desidero il peggio:
ridurmi all’animalesca nostalgia
per sempre.
Fine settembre
È spuntata una nube
a lanciare dall’alto le stelle.
Smuove la folta criniera
l’ammasso di luce,
esplosiva fredda d’acciaio
la quiete armonica
che sugli alberi scuri riposa.
S’affaccia come una peonia tra mille,
lo splendore della cupola celeste,
gli spiriti sopra le teste,
infine i sepolcri su settembre,
e una regale apatia
sul volto tuo assente.
Mille modi
Dammi mille modi per esplodere
Affinché io possa coltivare la solitudine.
Assorbo il peso del silenzio con rassegnazione
E risulta comodo accettate la poesia.
Dovrei proporre giochi nuovi alla nostalgia.
Spargere d’argento gli antichi turbamenti.
Mezzogiorno di maggio
Sono destinata a minuscoli pezzi di cielo.
Durerei quanto una pagliuzza nella poltiglia
se mi ostinassi a spegnere l’incendio
— il mio stomaco è un nido di rondine —
orticello da cui segretamente
sporge una finestra.
Segretamente, dalle creature del cielo
imparo a conoscere il vento:
la terra incoraggia le nuvole longeve a tingersi magenta.,
a pulsare come un bocciolo di tulipano nella pupilla.
Sarà questa forse la gioia effimera, diurna:
una croce che si fa gratitudine.
D’altronde, persino la Stella incontra le ombre;
che gli uomini imparino tutti a rassegnarsi alla vita.
Maria Grazia Nappa ha esordito con la raccolta poetica Le brutture dei cuori scalzi. Nel 2019 ha pubblicato Nata Intera con Edizioni la gru. Nel 2021 per Carta canta editore ha pubblicato La grazia degli invisibili all’interno della collana diretta dal poeta Davide Rondoni.
Suoi componimenti sono apparsi su varie riviste letterarie.
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