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DIES NATALIS ROMAE MMDCCLXXV

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MARCUS FURIUS CAMILLUS

LA RICONQUISTA DELLA LIBERTÀ


A Roma, immortale faro della nostra Civiltà.

La celebriamo oggi, nel giorno della sua fondazione, con l’esempio di uno dei suoi figli:

Marcus Furius Camillus

Il trionfo di Furio Camillo, F.Salviati, Firenze

Durante l’assedio dei Galli di Brenno, nel 366 a.U.c. (387 a.C.), uno dei momenti più bui della storia di Roma, ai cittadini dell’Urbe fu chiesta una cospicua somma d’oro in cambio della loro sopravvivenza. A questa umiliante richiesta, Furio Camillo rispose sfidando di nuovo i Galli a battaglia e spronando i suoi concittadini a riconquistare la libertà con un’azione diretta, non a ricomprarla.


Salve Roma!


Suos in aceruum conicere sarcinas et arma aptare ferroque non auro reciperare patriam iubet, in conspectu habentes fana deum et coniuges et liberos et solum patriae deforme belli malis et omnia quae defendi repetique et ulcisci fas sit.


Livio, Ab Urbe condita, V, 49


Ai suoi uomini diede disposizione di accatastare i bagagli, di preparare le armi per riconquistare la propria terra col ferro e non al prezzo dell'oro, avendo davanti agli occhi i templi degli dei, le mogli, i figli, il suolo della patria segnato dalle atrocità della guerra e tutto ciò che era sacro dovere riconquistare, difendere e vendicare.


Traduzione di Francesco Zevio


 


MARCUS FURIUS CAMILLUS

THE REGAINING OF FREEDOM



To Rome, immortal beacon of our civilization.

We celebrate it today, on the day of its foundation, with the example of one of its sons:


Marcus Furius Camillus


Il trionfo di Furio Camillo, F.Salviati, Firenze

During the siege of the Gauls of Brennus, in 366 a.U.c (387 B.C.), one of the darkest moments in the history of Rome, the citizens were asked for a large sum of gold in exchange for their survival. At this humiliating request, Furius Camillus responded by challenging the Gauls to battle again and encouraging his fellow citizens to regain their freedom by direct action, not to buy it back.


Salve Roma!



Suos in aceruum conicere sarcinas et arma aptare ferroque non auro reciperare patriam iubet, in conspectu habentes fana deum et coniuges et liberos et solum patriae deforme belli malis et omnia quae defendi repetique et ulcisci fas sit.


Livio, Ab Urbe condita, V, 49


He orders his men to throw their baggage in a heap, and to get ready their arms, and to recover their country with steel, not with gold, having before their eyes the temples of the gods, and their wives and children, and the soil of their country disfigured by the calamities of war, and all those objects which they were solemnly bound to defend, to recover, and to revenge.


Translated by Ernest F. Source


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