Amici,
la commozione per la perdita di un proprio caro porta spesso ad una eccessiva idealizzazione delle gesta a dei comportamenti del defunto; questo è naturale ed umanamente comprensibile ovviamente: l’essere umano è portato ad idealizzare tutto ciò che si muove, figuriamoci il resto…
Nei giorni della morte di Maurizio Costanzo mi è parso normale vedere il dolore sincero della moglie e dei figli e le lacrime rubate in primo piano del suo entourage artistico. Ho provato un inaspettato affetto per la figlia mentre dal pulpito della chiesa si immaginava il padre in paradiso a fare le sue interviste a Gassman ed altri.
Ciò che mi ha leggermente fatto storcere il naso è stata questa santificazione a reti e mass media unificati di un personaggio così poco trasparente come Costanzo; perché certamente è d’obbligo il rispetto per i morti, ma quando questi sono personaggi pubblici, è altrettanto obbligatorio il rispetto per l’intelligenza dei vivi.
Nella Serenissima, quando crepava il Doge, col cadavere ancora caldo, gli si facevano le pulci e i conti in tasca per ogni centesimo da lui amministrato, e se mancava qualcosa, lo dovevano aggiungere i suoi diretti eredi per rimediare al tutto. Altri tempi quelli.
Chi sono gli eredi del nostro defunto?
Maurizio Costanzo è stato per oltre quarant'anni il volto stesso del nascente potere scaturito dalla somma delle deviazioni del dopoguerra che poi si è manifestato in tutto il suo squall… PARDON, splendore gli ultimi vent'anni in Italia. Ha usato il mezzo televisivo per condurre ad una progressiva decerebrazione degli spettatori; è stato l’incontrastato patronus di clientucoli senza arte né parte, messi lì e celebrati solo perché protetti da lui. Non serve fare nomi, basta accendere la TV.
Lui è stata la firma da direttore di quel tabloid così simbolico che fu L’Occhio nei primissimi anni 80, giornale che si scoprirà legato alla Loggia deviata (?) P2, a cui sia lui (tessera 1819) che gli editori erano affiliati. Possiamo dimenticare l’impatto che tale organizzazione ha avuto nella vita politica e sociale del paese?
Basterebbe questo per offuscare totalmente la credibilità di Costanzo, eppure.
Lui è stato il Gran Cerimoniere delle televisioni commerciali dell’altro suo fratello di loggia (tessera 1816) ricreando l’habitat ideale del homo novus post Prima Repubblica.
Dobbiamo al suo operato e protezione la comparsa dei più ridicoli personaggi televisivi che tutti ben conosciamo.
Lui e la sua creatura-moglie hanno prodotto trasmissioni dove l’ ignora-piangi-urla è stato elevato a sistema di potere, stimolando così il sentimentalismo analfabeta italiota.
Basterebbe questo per offuscare totalmente la credibilità di Costanzo, eppure.
“Ma guardi che ha rischiato d’essere ucciso dalla mafia in un attentato per aver dato voce a Falcone!” direbbe l’uomo del mercato.
Quella stagione della vita del nostro paese è talmente confusa che, se decontestualizzata, potrebbe effettivamente accendere un barlume di dignità nell’operato di Costanzo; ma io, essendo persona poco dedita al sentimentalismo del mercato, mi sento di citare quella volpe che fu Andreotti: “a pensar male degli altri si fa peccato… ma spesso ci si indovina”
In quegli anni infatti, in Italia, più che di una guerra tra Stato e Mafia, Bene e Male, si dovrebbe parlare di una vera e propria resa dei conti tra diversi interessi e oscuri poteri. Evidentemente Costanzo, dal pulpito delle TV del sodale piduista, stava semplicemente combattendo tale battaglia e si era trovato, suo malgrado (?), per un breve tragitto, sullo stesso campo di battaglia dalla parte di Flacone, nulla di più.
In quelle trasmissioni si è consumata la stramba regola per cui il nemico del mio nemico è mio amico.
Visto il precedente e successivo operato nel nostro, e per via del suo editore, possiamo immaginare che lui abbia avuto più interessi in comune con personaggi quali Dell’Utri & company che col giudice Falcone.
Ma questa è veramente un'altra storia.
Amici,
lasciamo piangere allora la sua carovana di mestieranti del trash, in attesa che si spenga presto assieme a lui anche la sua squallida eredità morale… tanto, ai danni di questo tele-doge, nessuno dei suoi vorrà porre rimedio.
Visto che l’uomo Costanzo è riuscito in toto nell'intento di perfezionarsi e di perfezionare gli altri col suo operato, vorrei riprendere l’immagine dell’aldilà che citava la figlia:
raggiunti finalmente quei mondi sovrasensibili che il suo Maestro venerabile Licio Gelli gli avrà sicuramente indicato con la sua iniziazione e col suo ingresso in massoneria, io immagino il defunto mentre intervista tutti i suoi sodali di tali nobili avventure.
Ceterum censeo ullam cum ... esse conciliationem.
Valete
M·PORCIVS·M·F·CATO
Comments